Chiara Trapani - CANTO INDIVIDUALE, CORALE E PROPEDEUTICA
Consegue il diploma di II livello in Canto con il massimo dei voti, lode e menzione alla carriera presso il Conservatorio "Lorenzo Perosi" di Campobasso sotto la guida della Prof.ssa Alda Caiello.
Successivamente ha conseguito il Master di II Livello in Canto-Musica vocale e Teatro musicale del Novecento e contemporaneo presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G.Verdi” di Ravenna, sotto la guida della Prof. ssa Alda Caiello.
Nel 2024 ha frequentato il 23° Corso Nazionale AIGAM presso l'Associazione Italiana
Gordon per l’Apprendimento Musicale in età prescolare ed ha ottenuto la certificazione di
docente di propedeutica musicale specializzata in "Educazione musicale del bambino da 0 a
6 anni secondo la Music Learning Theory di Edwin E. Gordon”.
Attualmente è docente di Ed. Musicale presso la Scuola Secondaria di primo grado "L.Einaudi" di Angera e docente di canto e coro presso la scuola "Educazione Musicale Casanova" di Laveno Mombello.
Curriculum esteso
Curriculum Artistico
Chiara Ersilia Trapani si è distinta nel panorama nazionale per la versatilità delle sue doti
vocali.
Consegue il diploma di II livello in Canto con il massimo dei voti, lode e menzione alla
carriera presso il Conservatorio "Lorenzo Perosi" di Campobasso.
Successivamente ha conseguito il Master di II Livello in Canto-Musica vocale e Teatro
musicale del Novecento e contemporaneo presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G.
Verdi” di Ravenna, sotto la guida della Prof. ssa Alda Caiello.
Nel 2024 ha frequentato il 23° Corso Nazionale AIGAM presso l'Associazione Italiana
Gordon per l’Apprendimento Musicale in età prescolare ed ha ottenuto la certificazione di
docente di propedeutica musicale specializzata in "Educazione musicale del bambino da 0 a
6 anni secondo la Music Learning Theory di Edwin E. Gordon”.
Ha debuttato diversi ruoli quali: Mamma nell'opera "Hansel e Gretel" di E. Humperdinck,
Nella nell'opera lirica "Gianni Schicchi" di G. Puccini, Donna Elvira nell'opera lirica "Don
Giovanni" di Mozart, tutte presso il Teatro Savoia di Campobasso dirette da Lorenzo
Castriota Skanderbeg.
Debutta il ruolo di Drusilla in “Il Gatto con gli stivali” di M. Tutino presso il Teatro Regio di
Parma.
Nel 2015 prende parte, selezionata dal M° Donato Renzetti, alla prima edizione della
Bottega Peter Maag incentrata su Le Nozze di Figaro, seguendo stage con Mariella Devia,
Alfonso Antoniozzi, Richard Barker e Leo Muscato debutta il ruolo di Cherubino presso il
Teatro Comunale di Cagli e al Teatro Rossini di Pesaro.
Debutta nel ruolo di Soprano nell’opera “Aucassin e Nicolette”, prima mondiale della
versione italiana di Mario Castelnuovo-Tedesco, al Teatro Pergolesi di Jesi per il XIX Festival
Pergolesi Spontini, diretta dal maestro Flavio Emilio Scogna, con la regia di Paul-Emile
Fourny e scene di Benito Leonori.
Debutta al Festival Puccini Chamber Opera Festival 2022 in collaborazione col Teatro del
Giglio di Lucca il ruolo di soprano nell’opera “Ancora…” di Filippo Bittasi e Facebooking di
Girolamo Deraco presso il teatro di San Girolamo di Lucca.
Nel 2023 debutta il ruolo di Mrs. Grosse nell’opera “The turn of the screw” di B. Britten
presso il teatro Ariosto di Reggio Emilia diretta dal maestro F. Bossaglia e con la regia di F.
Condemi.
Nel 2024 debutta il ruolo di Capo Infermiera nell’opera “Alfred Alfred” di F. Donatoni presso il
Teatro Ariosto di Reggio Emilia diretta dal maestro D. Garegnani e con la regia di Claudia
Sorace.
Si è esibita in diversi concerti in qualità di soprano quali: Laborintus II di L. Berio presso
l'Auditorium delle Grazie di Udine e presso l'Auditorium ex-Gil di Campobasso; Aventures di
G. Ligeti presso il Teatro Savoia di Campobasso e presso l'Aula Magna Kolbe di Udine;
Concerto inaugurale nella stagione di Rondò a Bobbio 2018; Concerto all'interno della 57°
edizione di Stresa Festival; Concerto "Poesia e Musica" del XII Festival del Ned Ensemble
presso l'Auditorium Celesti di Desenzano del Garda diretti dal Maestro A. Mannucci; con
l'ensemble di voci femminili del Conservatorio "Cantelli" di Novara diretto dal Maestro G.
Monaco, partecipa a diversi concerti tra cui uno presso il Festival corale CantaBo di
Bologna; Concerto conclusivo della stagione Rondò 2109 esegue "Lufalafo" di Giovanni
Bertelli, con il Divertimento Ensemble e coro diretti dal Maestro S. Gorli presso la Fabbrica
del Vapore di Milano in prima esecuzione assoluta commissionata dal Divertimento
Ensemble; Concerto da camera XL Edizione con Achrome Ensemble diretto da M. Parolini;
si è esibita in un concerto del Ravenna Festival nel 2022; si è esibita nello stesso anno al
cantiere di Montepulciano nello spettacolo la prima esecuzione “PSLN – Eventi e
performance ispirati alla scrittura di Pier Paolo Pasolini” scritto da Roberto Paci Dalò. Nel
2023 ha eseguito il brano “A-Ronne” di L. Berio per la Fondazione Prometeo presso il Teatro
Due di Parma.
Ha vinto: il II premio al Concorso Internazionale LIONS IncontrArti MUSIC AWARD 2012, il II
premio al Concorso Pianistico Internazionale Premio Maria Lombardi Regine Città di
Rocchetta nella sezione di musica da camera, il premio speciale Anselmo Colzani alla VI
edizione del Concorso Internazionale Benvenuto Franci in Val d' Orcia a Pienza (SI) Opera
Pienza, il premio borsa di studio Ezio Ricci alla 17° Edizione del Concorso Lirico
Internazionale SPIROS ARGIRIS - Sarzana Opera Festival.
In occasione della Festa Europea della Musica le è stata conferita una medaglia dal
Presidente della Camera Laura Boldrini come riconoscimento al talento dei giovani musicisti
italiani vincitori di premi Internazionali.
Attualmente è docente di Ed. Musicale presso la Scuola Secondaria di primo grado "L.
Einaudi" di Angera
Riflessioni sull'insegnamento del Canto
Cos’è la Music Learning Theory di Edwin E. Gordon?
La Music Learning Theory di Edwin E. Gordon
rappresenta un contributo fondamentale in grado di cambiare molte cose nel campo della
didattica musicale.
Frutto di più di quaranta anni di ricerca svolti in diverse università americane, la Music
Learning Theory si inserisce nel quadro delle più moderne teorie dell’apprendimento.
Il presupposto fondamentale di questa teoria sta nell’assunto che la musica può essere
appresa secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna.
Il bambino, pertanto, dovrebbe essere avvicinato alla musica fin dai primi giorni di vita per
sviluppare il senso della sintassi musicale, premessa indispensabile per trarre i massimi
benefici dalla successiva istruzione formale. Pensiamo per un attimo a come impariamo a
parlare e a pensare nella nostra lingua.
Tutti noi abbiamo vissuto cinque anni pieni di apprendimento informale del linguaggio
passando dall’assorbimento e dall’emissione dei primi fonemi, fino ad arrivare alle parole
intorno al primo anno di vita.
Nessuno dà lezioni di lingua ai bambini, nessuno pretende risultati immediati. Soltanto
quando il bambino si esprime nella sua lingua in modo chiaro e con una grande abbondanza
di parole (a 6 anni, infatti, ha già un vocabolario attivo di circa 13.000 parole e uno passivo
molto più ampio) si inizia l’istruzione formale: la lettura e la scrittura. Quanti bambini, invece,
vengono avvicinati alla musica secondo un percorso completamente inverso, partendo dal
pentagramma, dalla notazione delle altezze e dalle durate, senza un periodo precedente di
apprendimento informale?
Non c’è da meravigliarsi che, anche dopo anni di studio, pochi siano in grado di comunicare
musicalmente in modo spontaneo, attraverso l’improvvisazione, non totalmente dipendenti
dalla musica scritta.
Le ricerche di Gordon, dimostrano infatti che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si
sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l’ambiente musicale in cui si vive. Ed è la qualità
di questo ambiente ad influenzare il potenziale di apprendimento musicale del bambino in
modo evidente nei primi tre anni di vita e via via in modo minore fino ai nove anni di età
circa, momento in cui il potenziale si stabilizza. (Cfr. E. E. Gordon, Developmental and
Stabilized Music Aptitudes, further evidence of the duality, Chicago, 2002, GIA publications).
E’ dunque importantissimo iniziare il percorso di educazione musicale in età neonatale. Ma
molte altre sono le novità per chi si avvicina per la prima volta alla Music Learning Theory.
Il materiale didattico proposto, per prima cosa, è costituito da canzoni e canti ritmici senza
testi che rispondono a tre criteri fondamentali: varietà, complessità e ripetizione.
Non soltanto canzoncine in modo maggiore e metro binario, dunque, ma canzoni e canti
ritmici in tutti i modi e i metri possibili e fin dall’inizio del percorso didattico. L’uso della voce e
del corpo in movimento, più che di strumenti e strumentini da far suonare ai piccoli allievi,
arricchisce il quadro di una metodologia che si focalizza nei concetti di guida informale ed
educazione più che di insegnamento.
L’apprendimento musicale del bambino secondo la Music Learning Theory
Le prime ricerche di Gordon vertevano intorno al tema dell’Attitudine Musicale, ossia il
potenziale di apprendimento in musica, innato in ciascuno di noi, che tanto deve il suo
sviluppo all’ambiente in cui viviamo nei primi anni di vita. Passaggio decisivo fu la creazione
del termine audiation, per esprimere un concetto fondamentale per tutto il lavoro sulla
didattica musicale degli anni successivi. L’audiation è infatti la capacità di sentire
internamente e comprendere suoni non fisicamente presenti. Lo sviluppo di questa capacità,
vera e propria forma di pensiero musicale, divenne il tema centrale del lavoro di Gordon. E
proprio sulla base del concetto di audiation, Gordon arriva a concludere che un percorso di
apprendimento appropriato, è quello che vede il pensiero e il linguaggio musicale svilupparsi
parallelamente a come avviene per il linguaggio parlato.
Ma cosa prevede in pratica la metodologia didattica che scaturisce dalla Music
Learning Theory?
Apriamo simbolicamente la porta di una classe di Musicainfasce, i corsi per bambini da 0 a 6
anni riconosciuti dalla Associazione Italiana Gordon per l’Appredimento Musicale (AIGAM) e
osserviamo. I piccoli di due o tre mesi sono sdraiati su un tappeto in mezzo all’aula che
appare vuota di qualsiasi oggetto… fisico, perché di “oggetti sonori”, cioè di musica cantata
in gruppo dagli insegnanti e dai genitori, l’aula è piena.
I bambini in grado di mantenere la posizione seduta o di gattonare si trovano in punti diversi
della stanza, liberi di girare a loro piacimento.
Una cosa li accomuna tutti: grandi occhioni e attenzione intensa per l’evento musicale che si
svolge fra gli adulti presenti. Momenti di musica si alternano a momenti di profondo silenzio
da parte degli adulti.
L’assorbimento degli stimoli musicali continua nel silenzio e l’audiation muove i primi passi
nei bambini presenti.
Tantissime le risposte dei piccoli agli stimoli musicali. Un orecchio attento coglie piccoli suoni
e vocalizzi spontanei, intonati sulla tonica o sulla dominante, che costituiscono una vera e
propria forma di lallazione tonale e ritmica. Gli insegnanti immediatamente rispondono
intonati ai bambini in un vero e proprio dialogo fatto di prime “parole” musicali. Un occhio
attento coglie innumerevoli risposte motorie. Ondeggiamenti, manine che sbattono sul
pavimento, “gattonamenti” a ritmo, sospiri e respiri eccitati. Tutto viene valorizzato e diventa
parte della lezione stessa.
Le mamme – in maggioranza – e i papà, seduti a terra insieme ai bambini, cantano,
sorridono, e arricchiscono, guidati dagli insegnanti, i brani della lezione con ostinati armonici,
pedali di tonica e interventi ritmici.
Qualche bambino guarda l’insegnante ed emette intenzionalmente suoni per richiamare la
sua attenzione e per tentare di comunicare con lui nel nuovo linguaggio. Il linguaggio parlato
è completamente assente per tutti i quarantacinque minuti di lezione. Non ci sono commenti
e men che meno battiti di manine ispirati dai genitori alla fine dei brani, non ci sono parole e
testi nelle canzoni e nei canti ritmici.
Soltanto musica cantata e movimenti liberi e fluenti, spontaneamente ispirati dalla musica.
Tutto questo viene spiegato con argomentazioni scientifiche e indicazioni pratiche in uno dei
libri più importanti del Prof. Gordon: A music learning theory for newborn and young children,
GIA pub.inc. Chicago 1997, pubblicato nel 2003 in Italia presso le EDIZIONI CURCI –
Milano con il titolo: L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita all’età
prescolare.
In questo testo, che negli Stati Uniti ha ispirato molteplici corsi di musica rivolti alla prima
infanzia, Gordon spiega le fasi e gli stadi di sviluppo dell’audiation da parte del bambino fin
dai primi giorni di vita. L’importanza della sua teoria è tanto più evidente se la si confronta
con i risultati e le conseguenze di un’educazione musicale che non tiene conto delle
acquisizioni della ricerca scientifica e dei processi di apprendimento.
I bambini che non sviluppano un vocabolario di suoni ascoltati (vocabolario musicale
passivo) giungono alla scuola materna o elementare dove cominciano ad imparare
canzoncine per imitazione.
Chi di loro ha una buona attitudine musicale riesce comunque a sviluppare un senso di
sintassi musicale ma, per la media delle persone questo non avviene. E così, guardando
cosa succede nella nostra società, ci si rende facilmente conto che se tutti sono in grado di
cantare “Tanti auguri a te” al ristorante, benché in modo molto poco accurato dal punto di
vista ritmico e tonale; pochi sono in grado di intonare canzoni da soli e pochissimi (anche fra
i musicisti) di improvvisare musicalmente con la propria voce o con il proprio strumento.
La Music Learning Theory può rappresentare, per quanti fra insegnanti di musica, educatori,
genitori rilevino la relativa efficacia degli approcci tradizionali un’opportunità di diventare
quello che con termine rogersiano si può definire un “facilitatore di apprendimento”
musicale.
Il lavoro di Gordon va a colmare un vuoto nel campo dell’apprendimento musicale,
allineandosi a quegli studi condotti in altri campi dello sviluppo del bambino, nei quali
pensatori come Montessori, Pikler, Goldschmied, Stern ed altri hanno promosso da tempo
una visione del bambino capace di apprendere in autonomia la realtà, in un contesto di
rispetto dei suoi tempi e di comunicazione affettiva.
Passare anche in musica dall’atteggiamento intrattenitorio e dall’idea del saggio di abilità
acquisite alla promozione dello sviluppo musicale del bambino nel rispetto dei suoi naturali
processi di apprendimento, rappresenta senz’altro un fondamentale passo in avanti.